Sono Annarita Bove, ho 47 anni, sono un avvocato del lavoro e coordino il Gruppo Lavoro del Movimento 5 Stelle a Bologna. Ho deciso di candidarmi alla Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, e di farlo con il Movimento 5 Stelle perché ne condivido lo spirito, i temi, le idee, soprattutto su un argomento che sento particolarmente mio: la tutela del lavoro.
Da 27 anni vivo e lavoro in questa regione e nella città di Bologna, e quotidianamente incontro persone che evidenziano situazioni di disagio generate dalle storture, quando non anche dai profili di illegalità, del mercato del lavoro attuale.
Per la mia campagna elettorale ho scelto un motto: “tutelare il lavoro faccia la differenza”: un lavoro adeguatamente retribuito, un lavoro stabile, un lavoro in sicurezza sono i 3 punti di partenza per ogni persona per poter essere veramente libera, per poter immaginare un futuro e provare a costruirlo.
Il salario minimo, tema coniato dal Movimento 5 Stelle, deve trovare una attuazione concreta e non solo sulla carta, soprattutto nell’ambito di appalti e subappalti pubblici. Penso ai settori oggi più penalizzati dal punto di vista salariale, come la sanità e l’igiene ambientale, il settore socio educativo: occorre contrastare il dumping contrattuale, così da fornire una stabilità occupazionale e premiare le imprese rispettose delle regole dettate dal diritto comunitario.
La regione deve promuovere un’impresa responsabile, incentivando nuove e solide opportunità lavorative, la salute fisica e mentale sul posto di lavoro, e contrastando le discriminazioni di genere, che limitano le opportunità lavorative soprattutto dei soggetti più fragili (penso alle lavoratrici madri, che devono conciliare impegni di lavoro e famiglia, penso ai soggetti diversamente abili o a chi vive con essi, penso ai nostri ragazzi neodiplomati – che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro).
Occorre incrementare i piani regionali tesi a salvaguardare i livelli occupazionali sul territorio e tutelare i lavoratori: i rischi di delocalizzazione sono ormai concreti e sotto gli occhi di tutti e coinvolgono le imprese manifatturiere e quelle dei motori. Dobbiamo scongiurare i licenziamenti collettivi e il ricorso alle casse integrazioni in tutti i modi, ma per farlo dobbiamo trovare soluzioni alternative e ragionate.
Proseguendo il lavoro degli ultimi cinque anni in Regione del Movimento 5 Stelle occorre potenziare e valorizzare i centri di formazione professionale e i centri dell’impiego, soggetti che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.
Secondo l’ultima rilevazione di ISTAT e INPS sul mercato del lavoro in Emilia-Romagna, nel 2023 erano 2 milioni e 23 mila le persone occupate, e 105mila quelle in cerca di occupazione: dati apparentemente positivi, ma conosciamo tutti la natura atipica e priva di garanzie di diversi contratti, e il peso che questi hanno nelle statistiche.
E’ inoltre necessario diffondere una cultura della sicurezza a partire dalla scuola secondaria con programmi, progetti e attività che responsabilizzino chi già lavora e chi si prepara per entrare nel mondo del lavoro; non è ad esempio accettabile che ci si ammali sul posto di lavoro per esposizione ad agenti inquinanti – perché non conosce le regole per proteggersi – o per ritmi usuranti.
Sui costi per la sicurezza elevati, si gioca una partita importantissima: occorre aiutare gli imprenditori seri a garantire un ambiente di lavoro sano e inserire meccanismi premiali per le imprese virtuose: ne va del bene delle aziende e dei lavoratori stessi e della qualità della vita di tutta la società…se ci ammaliamo di meno graveremo anche di meno sul servizio sanitario, ormai al collasso.
I dati INAIL relativi ai primi sette mesi del 2024, da gennaio a luglio, delineano un quadro allarmante per tutta l’Emilia-Romagna, che ha registrato un totale di 45.438 infortuni sul lavoro, con 61 decessi: Bargi e San Giorgio di Piano, per restare vicini a noi, ci hanno raccontato storie drammatiche.
Sono convinta che il Movimento 5 Stelle sia il luogo giusto per portare avanti questi temi in Regione: lo stesso presidente Conte ha proposto un pacchetto sicurezza che parta dalla riforma di appalti e subappalti, il potenziamento degli Ispettorati territoriali del lavoro, e l’istituzione di una procura nazionale del lavoro.
Gli enti locali, come la Regione appunto, possono incidere: il Movimento 5 Stelle è già al lavoro su questo, ma ora è il momento di accelerare. Qui a Bologna ho ricevuto tanto, qui voglio restituire in base alle mie competenze: io mi metto a disposizione.
Mi piace pensare, nel solco dell’articolo 1 della nostra splendida Costituzione, che la mia sia una candidatura fondata sul lavoro. Un lavoro che sia adeguatamente retribuito, un lavoro che sia svolto in piena sicurezza, un lavoro stabile: ne va del futuro di tutti noi. Possiamo e dobbiamo farlo. Lo faremo.